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Ogni anno, ad agosto, nelle prime ore del pomeriggio, il campanile del Palazzo del Popolo inizia a suonare.
I vicoli del centro storico di Sarnano si riempiono del suono dei tamburi che annunciano l’arrivo di atleti e figuranti dei quattro rioni: Abbadia, Brunforte, Castelvecchio e Poggio. È così che inizia il Palio del Serafino.
Le origini del Palio del Serafino.
Sarnano fu dichiarato libero comune nel 1265.
I primi a trasferirsi nel castrum furono gli abitanti dei quartieri di Brunforte, Castelvecchio e Poggio, ai quali si aggiunsero negli anni successivi quelli di Bisio e, infine, quelli di Piobbico.
Secondo antiche testimonianze, le tensioni tra i cinque quartieri erano tali che le autorità di Sarna decisero di istituire una gara per stemperare gli attriti tra gli abitanti.
La gara si svolgeva ogni anno in occasione della Festa dell’Assunta e comprendeva tre giochi: il Palio vero e proprio, cioè una corsa a cavallo, il Gioco dell’Anello, che consisteva nell’infilare una serie di anelli con una lancia da un cavallo in corsa, e il tiro con la balestra.
Nei giorni della corsa, il Podestà fu sostituito dal Capitano della Fiera, chiamato anche Capitano del Popolo, a cui erano subordinati i Capitani dei singoli rioni responsabili dell’ordine pubblico e del buon andamento dei giochi.
Nel 1965, in occasione del 700° anniversario della fondazione del Comune, la rievocazione di questi antichi giochi fu organizzata con il nome di Serafino d’Oro, poi modificato in Palio del Serafino, in onore dell’antica leggenda dello stemma di Sarnano che riporta un angelo con sei ali.
I tempi, però, erano ormai cambiati e si rendevano necessari alcuni aggiustamenti.
I rioni di Piobbico e Bisio, che più degli altri si erano spopolati, furono riuniti in un unico rione che prese il nome di Abbadia. I giochi originali, invece, sono stati sostituiti da attività ispirate alle tradizioni popolari: il tiro alla fune, simbolo della forza dei contadini e del duro lavoro nei campi, la corsa con la brocca, che ricorda l’abilità delle donne di andare a prendere l’acqua alla fonte portando l’orcio in equilibrio sulla testa, la scalata al palo, legata all’abilità dei nostri antenati di arrampicarsi sugli alberi, e il taglio del tronco, in onore dell’antico mestiere del boscaiolo così diffuso sulle nostre montagne.
Da anni il Palio del Serafino entusiasma generazioni di sarnanesi e turisti, arrivando, con qualche interruzione, alla sua XXXI edizione.
I primi a trasferirsi nel castrum furono gli abitanti dei quartieri di Brunforte, Castelvecchio e Poggio, ai quali si aggiunsero negli anni successivi quelli di Bisio e, infine, quelli di Piobbico.
Secondo antiche testimonianze, le tensioni tra i cinque quartieri erano tali che le autorità di Sarna decisero di istituire una gara per stemperare gli attriti tra gli abitanti.
La gara si svolgeva ogni anno in occasione della Festa dell’Assunta e comprendeva tre giochi: il Palio vero e proprio, cioè una corsa a cavallo, il Gioco dell’Anello, che consisteva nell’infilare una serie di anelli con una lancia da un cavallo in corsa, e il tiro con la balestra.
Nei giorni della corsa, il Podestà fu sostituito dal Capitano della Fiera, chiamato anche Capitano del Popolo, a cui erano subordinati i Capitani dei singoli rioni responsabili dell’ordine pubblico e del buon andamento dei giochi.
Nel 1965, in occasione del 700° anniversario della fondazione del Comune, la rievocazione di questi antichi giochi fu organizzata con il nome di Serafino d’Oro, poi modificato in Palio del Serafino, in onore dell’antica leggenda dello stemma di Sarnano che riporta un angelo con sei ali.
I tempi, però, erano ormai cambiati e si rendevano necessari alcuni aggiustamenti.
I rioni di Piobbico e Bisio, che più degli altri si erano spopolati, furono riuniti in un unico rione che prese il nome di Abbadia. I giochi originali, invece, sono stati sostituiti da attività ispirate alle tradizioni popolari: il tiro alla fune, simbolo della forza dei contadini e del duro lavoro nei campi, la corsa con la brocca, che ricorda l’abilità delle donne di andare a prendere l’acqua alla fonte portando l’orcio in equilibrio sulla testa, la scalata al palo, legata all’abilità dei nostri antenati di arrampicarsi sugli alberi, e il taglio del tronco, in onore dell’antico mestiere del boscaiolo così diffuso sulle nostre montagne.
Da anni il Palio del Serafino entusiasma generazioni di sarnanesi e turisti, arrivando, con qualche interruzione, alla sua XXXI edizione.
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