Profilo
Terra d’arte e di castelli, Caldarola stupisce il visitatore con il sapore fiabesco del suo antico maniero a stanghe guelfe, con la sua raffinata struttura urbanistica che la rende un autentico gioiello di architettura e urbanistica cinquecentesca, con le sue importanti testimonianze romane e medievali che riempiono di storia l’affascinante scenario naturale dei dintorni. Caldarola deve probabilmente il suo nome al termine latino Calidarium, che indicava la stanza con la vasca di acqua calda delle terme della zona. La cittร , che ebbe la sua massima fioritura a metร del ‘500 ad opera della nobile famiglia Pallotta, mantiene ancora oggi la struttura urbanistica voluta dal cardinale Evangelista Pallotta nel XVI secolo ed รจ dominata da un castello. Il Castello Pallotta dร un volto indimenticabile a tutto il paese avendo preso il posto delle modeste abitazioni dove un tempo dominava il “castrum” feudale. Il museo conserva una collezione di armi (dal XIII al XVII secolo) e una di carrozze (XIX-XX secolo); tutte le sale sono arredate con mobili d’epoca e le decorazioni di alcune stanze sono del de Magistris. Al castello, situato alle pendici del Monte Colcรน, si accede attraverso Porta Camerte, un varco chiuso da un massiccio cancello con le lettere del nome incise. Tornando all’aperto e proseguendo verso sud, attraverso il ponte levatoio si entra nel parco dove si trova un pino che รจ tra i piรน antichi della regione e che fu piantato nel 1598 in ricordo della visita di Papa Clemente VIII. L’antico maniero conserva ancora intatte le mura, la matrice guelfa, i cammini di ronda e il ponte levatoio. Le stanze residenziali contengono arredi del XVI e XVII secolo, oltre a tappezzerie e tendaggi originali. Da visitare l’antica cucina, con la tipica dotazione di utensili in rame e stoviglie in ceramica e terracotta, il salone di rappresentanza, l’elegante camera da letto dedicata agli ospiti, la sala da pranzo con le bellissime e rarissime ceramiche settecentesche di produzione marchigiana e il delizioso salotto giallo impreziosito dal fregio attribuito a Simone De Magistris, grande pittore manierista di Caldaro.
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